Scoperta l’8 giugno 1961, è un’importante testimonianza della presenza dell’uomo, in questo territorio, fin dal Paleolitico. Molte sono state le campagne di scavo che da allora hanno portato alla luce importanti reperti, l’ultimo nel 2010. Si tratta dei resti di un giovane cacciatore di circa 17 mila anni fa. Ma, oltre agli importanti resti umani che vanno sicuramente ad incrementare gli studi riguardo quel periodo della preistoria europea, ciò che caratterizza questo sito archeologico è il maestoso graffito del Bos Primigenius (bovide estinto da secoli), custodito nel riparo della Grotta, che rappresenta una delle più importanti raffigurazioni dell'arte rupestre del Paleolitico superiore. La Grotta si presenta in due parti ben distinte: la Grotta vera e propria profonda circa 20 metri e il Riparo lungo circa 40 metri. Durante gli scavi archeologici sono state rinvenute tre duplici sepolture di individui di bassa statura e numerosi reperti litici e ossei. Nel Riparo inciso su un masso di circa 2,30 m di lunghezza ed inclinato di 45°, si può ammirare lo splendido graffito di circa 1,20 metri raffigurante un toro preistorico. L'area costituita in Parco Archeologico dispone di un piccolo museo didattico con tutte le informazioni indispensabili.