Incastonato nelle gole del Lao, ai piedi di un costone di roccia a strapiombo sul fiume, il santuario conserva un affresco, databile al XIII secolo, che raffigura la Madonna di Costantinopoli con ai lati un vescovo genuflesso e San Michele Arcangelo, vestito di corazza che infilza Satana emergente dalle fiamme infernali. L'edificio originario di modeste dimensioni fu ampliato dopo la peste del 1656 e successivamente alla fine del '700 e all'inizio del '800, ha una pianta a croce greca con a tre navate e tre campate, è raggiungibile solo attraverso un caratteristico ponte fluviale. Il culto della Madonna risale a tempi remoti, quando i monaci basiliani in seguito alle lotte iconoclaste si rifugiarono anche in Calabria. Il 20 maggio del 1665 popolazione di Papasidero, decimata dalla peste che dilagava da anni in Italia, si rivolse alla Vergine per chiederne i favori e, con una assemblea popolare la Madonna di Costantinopoli fu riconosciuta patrona e protettrice del paese. La festa si celebra il martedì dopo la Pentecoste, durante la festa in segno di devozione o per sciogliere un voto, è ancora vivo l'uso delle "cinte" costituite da telai di legno a forma cilindrica riempite di candele e ornate con palle, nastri, fiori e fili argentati, che le donne portano in testa spesso a piedi nudi.