Grotta del Romito: scoperta l’8 giugno 1961, è un’importante testimonianza della presenza dell’uomo, in questo territorio, fin dal Paleolitico. Molte sono state le campagne di scavo che da allora hanno portato alla luce importanti reperti, l’ultimo nel 2010. Si tratta dei resti di un giovane cacciatore di circa 17 mila anni fa. Ma, oltre agli importanti resti umani che vanno sicuramente ad incrementare gli studi riguardo quel periodo della preistoria europea, ciò che caratterizza questo sito archeologico è il maestoso graffito del Bos Primigenius (bovide estinto da secoli), custodito nel riparo della Grotta, che rappresenta una delle più importanti raffigurazioni dell'arte rupestre del Paleolitico superiore. La Grotta si presenta in due parti ben distinte: la Grotta vera e propria profonda circa 20 metri e il Riparo lungo circa 40 metri. Durante gli scavi archeologici sono state rinvenute tre duplici sepolture di individui di bassa statura e numerosi reperti litici e ossei. Nel Riparo inciso su un masso di circa 2,30 m di lunghezza ed inclinato di 45°, si può ammirare lo splendido graffito di circa 1,20 metri raffigurante un toro preistorico. L'area costituita in Parco Archeologico dispone di un piccolo museo didattico con tutte le informazioni indispensabili.

Santuario della Madonna di Costantinopoli: incastonato nelle gole del Lao, ai piedi di un costone di roccia a strapiombo sul fiume, il santuario conserva un affresco, databile al XIII secolo, che raffigura la Madonna di Costantinopoli con ai lati un vescovo genuflesso e San Michele Arcangelo, vestito di corazza che infilza Satana emergente dalle fiamme infernali. L'edificio originario di modeste dimensioni fu ampliato dopo la peste del 1656 e successivamente alla fine del '700 e all'inizio del '800, ha una pianta a croce greca con a tre navate e tre campate, è raggiungibile solo attraverso un caratteristico ponte fluviale. Il culto della Madonna risale a tempi remoti, quando i monaci basiliani in seguito alle lotte iconoclaste si rifugiarono anche in Calabria. Il 20 maggio del 1665 popolazione di Papasidero, decimata dalla peste che dilagava da anni in Italia, si rivolse alla Vergine per chiederne i favori e, con una assemblea popolare la Madonna di Costantinopoli fu riconosciuta patrona e protettrice del paese. La festa si celebra il martedì dopo la Pentecoste, durante la festa in segno di devozione o per sciogliere un voto, è ancora vivo l'uso delle "cinte" costituite da telai di legno a forma cilindrica riempite di candele e ornate con palle, nastri, fiori e fili argentati, che le donne portano in testa spesso a piedi nudi.

Chiesa della S.S. Trinità: si trova nella frazione Avena, probabilmente fu edificata sui resti di un monastero basiliano, ha una navata unica che custodisce un prezioso affresco del XVI secolo raffigurante Dio che regge il Cristo crocifisso.

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