Santa Maria del Cedro

Parco Archeologico di Laos: il principale attrattore culturale è sul colle di San Bartolo nella frazione di Marcellina, in Via degli Scavi. Documenti storici riportano che gli abitanti di Sibari, importante città della Magna Grecia sul Mar Ionio, in seguito alla distruzione della loro città ad opera dei Crotonesi, nel 510 a.C. si trasferirono sulle coste del Mar Tirreno fondando delle nuove città, tra cui Laos. Il parco archeologico copre un'area di circa 60 ettari ed è stato realizzato nel 1994 a seguito delle ricerche archeologiche condotte da un'equipe italo-francese. Gran parte dei reperti ritrovati si trovano oggi presso il Museo Archeologico di Reggio Calabria ed in piccola parte nell'Antiquarium di Scalea. La visita al parco si svolge lungo l'antica rete viaria indicata da una staccionata, si possono vedere i resti di alcune abitazioni: gli zoccoli in muratura e le tegole di copertura del tetto. Subito dopo l'ingresso, a destra si trova un tratto della strada più larga, delimitata da muretti che creano due marciapiedi e due case che si affacciano su essa: quella sulla destra, scavata quasi integralmente, è detta “casa della rampa”; riprendendo la strada si arriva all'incrocio con una strada minore, dove troviamo la “casa della zecca”; dall'altra parte della strada, andando verso nord, la “casa con la fornace” ed ancora più a nord l'ultima grande abitazione, la “casa delle botteghe”. E' presente anche un piccolo Antiquarium che conserva reperti del periodo Romano.

Complesso di San Michele: all'ingresso della valle del fiume Abatemarco, arroccato su un rilievo roccioso, svetta il complesso medioevale denominato di San Michele o dell'Abatemarco. Sulla parte più alta vi sono i ruderi del Castello di San Michele, mentre nell'area più bassa, meno acclive, quelli della Chiesa di San Michele e alcune tracce di abitazioni. Nessun documento testimonia la costruzione del castello, ma si può ipotizzare l'origine normanna osservando le linee architettoniche dei resti ancora visibili: un lungo muraglione dove si attesta la torre cilindrica ed un torrione di minore dimensione di forma quadrangolare. La chiesa, di probabile origini basiliane, ha un'unica navata illuminata da una serie di monofore ed interamente dipinta, lo testimoniano i due affreschi che, agli inizi degli anni '80, vennero trasferiti nella sede comunale per evitarne il deperimento, uno raffigura San Sebastiano Martire e l'altro la Madonna col Bambino tra un Santo Vescovo e San Leonardo.

Museo del Cedro: al confine con il comune di Grisolia, in località Impresa, si trova il maestoso Palazzo Gabriele Marino, una costruzione di tarda età medioevale. Ha qui sede il Museo del Cedro, nato per promuovere e valorizzare la coltivazione di questo antico agrume, nelle sale interne sono stati allestiti pannelli didattici e postazioni multimediali per raccontare la storia del cedro ed illustrarne le fasi di lavorazione. I lavori di restauro del palazzo, terminati nel 2004, sono stati rallentati a causa del rinvenimento di frammenti ceramici di epoca ellenistica e romana. In passato era una struttura adibita ai lavori forzati dei detenuti per la produzione di olio e vino, per questo motivo è noto anche come Carcere dell’Impresa.

Chiesa dello Spirito Santo: è in Piazza Don Francesco Gatto, nella parte alta del centro storico, ricostruita negli anni '40 sulla vecchia struttura di un'antica cappella del XVII, grazie all'impegno della comunità parrocchiale guidata allora da Don Francesco Gatto. Uomini e giovani, a tarda sera, si ritrovavano nelle grotte renarie a cavare la sabbia e la domenica, tutti insieme, bambini, giovani, uomini e donne, organizzavano il trasporto dalle cave alla Chiesa.

Chiesa Nostra Signora Del Cedro: nel 1987 il titolo di Parrocchia fu trasferito dalla Chiesa dello Spirito Santo a questa sita in Via Nazionale. All'interno un grande mosaico, in cui è rappresentata la Madonna con il Bambino Gesù che stringe tra le manine un cedro, e due particolari elementi realizzati con una grossa radice di ulivo: l'altare ed il tabernacolo.

Torri Normanne: sul territorio santamarioto sono presenti i ruderi di tre torri di avvistamento di evidente fattura normanna. Torre Longa e Torre Nocito, in località Foresta, e Torre Sant'Andrea, in Via Nazionale, erano collegate visivamente tra loro, in modo da permettere l'avvistamento degli invasori e quindi avvisare subito la popolazione dell'imminente pericolo. In località La Bruca vi era un'altra torre di avvistamento, diversa dalla precedenti, costruita nel XVI secolo sotto il regno di Carlo V: con altre torri costiere costituiva un sistema difensivo, di avvistamento e di comunicazione lungo la fascia costiera del regno di Napoli per difendersi dalle frequenti incursioni saracene e corsare; oggi è sormontata da opere murarie realizzate negli anni '60 per adattarla a civile abitazione.

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